E' noto che il buco nero abbia la meglio su tutto, e anche in mostra la "voragine gravitazionale" si sta aggiudicando il primo posto nell'attirare l'interesse dei visitatori.
Non c'è paragone: nel percorso storico della mostra le domande e la curiosità degli studenti e del pubblico si infittiscono quando si parla di buchi neri, e poi a ruota stelle di neutroni, big bang, energia oscura. In altre parole, quando si arriva a parlare delle frontiere attuali dell'astrofisica.
Tuttavia a molti è sconosciuto il funzionamento di un telescopio; il modello che illustra le dimensioni del Sole rispetto alla Terra e le distanze nel sistema solare lascia spesso a bocca aperta; pochi si soffermano sul significato delle costellazioni, e solo chi "ha una certa età" ha fatto caso ai differenti colori delle stelle in cielo. Eratostene, chi era costui?
Intravedo dunque almeno due punti su cui insistere: mostrare che le spalle dei giganti del passato erano veramente larghe, altrimenti ti saluto buco nero... E poi invitare a riprendere confidenza con l'osservazione del cielo, perché più che mai in astronomia "l'occhio vuole la sua parte"...
“For all Mankind” – parte 3
2 giorni fa